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2009-11-01
Derivati negli enti pubblici,
la mappa regione per regione
30 ottobre 2009
MAPPA / I derivati regione per regione
Da fine dicembre a giugno il numero delle amministrazioni che risulta segnalato alla centrale rischi della Banca d'Italia per aver utilizzato derivati è salito da 474 a 519, con un balzo del 9,5% rispetto solo a sei mesi prima. Questo è quanto emerge da una rilevazione compiuta dalla Banca d'Italia e contenuta nel supplemento al bollettino statistico sul debito delle amministrazioni locali. Il dato si riferisce al mese di giugno del 2009. La crisi non ha quindi fermato la corsa agli swap degli enti pubblici? In realtà non è così. La legge 133 del 2008 e l'articolo 62 della Finanziaria 2009 hanno infatti imposto il divieto di sottoscrivere questi contratti da parte delle amministrazioni pubbliche. L'aumento quindi è in realtà legato al cambiamento nei criteri di rilevazione, ossia alla riduzione della soglia di censimento della Centrale dei Rischi.
"A dicembre del 2008 - segnala in una nota Bankitalia - nella centrale dei rischi si censivano le esposizioni superiori a 75 mila euro, da gennaio 2009 si considerano anche quelle comprese tra 30 mila e 75 mila. Ciò ha evidentemente comportato che un certo numero di piccole operazioni fino a quel momento non censite sono state incluse nella rilevazione. Molto probabilmente il numero di amministrazioni ha continuato a ridursi – riflettendo la sospensione dell'operatività in derivati disposta dalla legge 133 del 2008 in attesa di un provvedimento di riordino della materia. La probabile riduzione è confermata dalla flessione del valore nozionale (un indicatore di massima del volume dell'attività in derivati che corrisponde al valore di riferimento per il calcolo dei flussi di pagamento - ultima riga della tavola) che passa da 26 a 24 miliardi".
30 ottobre 2009
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